L’ibis eremita – Il pennuto degli dèi

L’ibis eremita, una volta, era un pennuto famoso. Pensa, Nora, già nell’antico Egitto, migliaia di anni fa, lo veneravano come un uccello sacro associato alla figura di Thoth, lo scriba degli dèi. Qualche tempo dopo il vecchio Erodoto, che era uno scrittore famoso nella Grecia antica, fra le 12 fatiche di Ercole descrisse Ercole, un forzuto eroe dell’antichità intento a liberare un lago da questi uccelli. Secondo altre culture l’ibis eremita fu invece uno dei primi uccelli che Noè fece scendere dalla sua grande arca, appena terminato il diluvio.

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Se in passato l’ibis eremita era molto noto e diffuso nell’Europa del Sud, nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente, poi è successo qualcosa di strano che nessuno è riuscito ancora a spiegare. Oltre 100 anni fa, infatti, il numero degli ibis eremiti diminuì tantissimo, fino quasi a estinguere la specie. Cosa era accaduto? Nessuno sa dirlo di sicuro, ma forse fu la combinazione di tante cose insieme: la caccia, la distruzione dell’habitat, le coltivazioni intensive che modificarono molto la casa dell’ibis. Pensa: di tutti i paesi in cui lo si poteva trovare, oggi l’ibis eremita è presente allo stato selvatico solo in Siria, Marocco e Turchia, e anche altrove, ma solo relegato ai parchi o agli zoo. Anche in Italia ci sono avvistamenti qua e là, ma i numeri sono in ogni caso molto piccoli.

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Il nome che gli scienziati hanno dato all’ibis eremita è molto bello: si chiama Geronticus eremita, e “geronticus” è una parola che viene dal greco antico e che significa “anziano”. Forse fa riferimento all’aspetto da vecchio saggio di questo pennuto: che ha la testa pelata e rugosa e un’aria riflessiva e pensosa. L’altra parte del nome, “eremita”, si riferisce invece alle abitudini del “nostro” amico, che ama vivere in ambienti semiaridi e desertici e fare il nido tra le rocce. Queste caratteristiche differenziano l’ibis eremita da tutti gli altri tipi di ibis, che invece amano le zone paludose e umide e nidificano sugli alberi.

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A parte la testa pelata – contornata da una serie di lunghe penne nere che formano una specie di ciuffo –, dell’ibis eremita possiamo dire che ha dimensioni medio-grandi e che come tutti gli uccelli è molto leggero (pesa al massimo un chilo e mezzo, per 80 centimetri di altezza). Ha il becco lungo e un po’ adunco e il piumaggio di un colore nero brillante, con bei riflessi metallici di colore verde, nero e bronzeo sopra le ali.

L’ibis eremita è un uccello gregario, che significa che gli piace trascorrere il tempo in gruppo e volare insieme ai suoi compagni in cerca di cibo. Quando volano insieme nel cielo gli ibis si dispongono in una formazione a “V” e nelle loro perlustrazioni catturano molte prede: rettili, piccoli mammiferi, lumache, ragni e scorpioni…

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Come avviene quasi sempre nel mondo dei pennuti, è l’ibis maschio a corteggiare la femmina. Per farlo, sceglie il posto giusto per fare il nido, lo pulisce con cura e lo fa vedere alla sua amata sperando che le piaccia. Poi arruffa le piume del capo ed emette strani versi simili a gorgoglii che forse significano: “vuoi fidanzarti con me?”. Se la femmina ci sta, i due formano una coppia fissa e rimangono insieme per tutta la vita, fino alla morte di uno dei due – te lo evidenzio perché la fedeltà non è così frequente nel mondo dei pennuti. Un segno di amore per gli ibis è ripulirsi il corpo a vicenda, farsi i “grattini”…

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Abbiamo detto prima che il numero degli ibis eremiti è calato moltissimo. Questo pennuto ha proprio rischiato di estinguersi. Per fortuna, però, oltre a combinare danni a volte l’uomo fa anche qualcosa di buono, e si stanno facendo molti sforzi per recuperare la specie… Speriamo! Non vogliamo perdere lo scriba degli dèi. Giammai!

Guarda dove vivono gli ibis eremiti. CLICCA SULL’IMMAGINE QUI SOTTO PER VEDERLI 🙂

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